Pubblicato su Il giornale di ieri un bell’articolo di Stefano Zurlo sulla lotta all’immigrazione clandestina in Italia. Potete trovare l’intero articolo qui.
La parte più bella è senz’altro questa, in cui viene spiegato il meccanismo perverso della legge italiana sulla questione. Urge una immediata revisione della legge e un appoggio bipartisan: non è una questione con una priorità alta nella agenda politica italiana? Io penso di si.
“È un meccanismo davvero surreale. Il clandestino viene espulso; non se ne va o torna di nascosto nel nostro Paese e allora scatta, obbligatorio, l’arresto. Ma i processi, di media, sono catene di montaggio delle scarcerazioni: l’imputato esce, in attesa del verdetto, e tanti saluti. Oppure, se la sentenza arriva di volata, viene condannato, ad una pena di 6-8-10 mesi. E subito dopo rimesso in libertà. Come è normale quando la pena è inferiore ai due anni. Insomma, l’irregolare viene afferrato dalla legge e dalla legge riconsegnato alla sua vita invisibile. Con una postilla: se lo acciufferanno di nuovo, sempre senza documenti, non potranno più processarlo: non si può giudicare due volte una persona per lo stesso reato”.